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20/02/2020
“Pace, giustizia e solidarietà in Terra Santa: il ruolo dell’Ordine”.
Conferenza tenuta dal Luogotenente per l'Italia Meridionale Adriatica Cav. Gr. Cr. Prof. Notaio Ferdinando Parente
“Pace, giustizia e solidarietà in Terra Santa: il ruolo dell’Ordine” – Incontro di formazione, Bari, Chiesa del Gesù, 8 febbraio 2020
Nel declinare il tema “Pace, giustizia e solidarietà in Terra Santa: il ruolo dell’Ordine”, è opportuno scandire l’analisi in quattro segmenti connessi:
1) la simbologia sacra, in riferimento alla denominazione e alla croce dell’Ordine;
2) le origini storiche;
3) la natura giuridica;
4) il mandato specifico affidato all’Ordine dai Sommi Pontefici.
Prima questione: la simbologia sacra.
Nella denominazione “Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme” sono presenti tutti gli elementi evocativi che legano la memoria del sodalizio alla storia antica della Terra Santa e all’epopea delle crociate: i Cavalieri, il Santo Sepolcro; Gerusalemme.
Il Sepolcro vuoto, in particolare, indica il fondamento della spiritualità dell’Ordine nella risurrezione di Cristo, avvenimento reale e luogo materiale radicati nella storia dell’umanità e, al tempo stesso, ad essa trascendenti.
Parimenti significativo è il rapporto tra la Croce e l’Ordine e tra l’Ordine e la Croce, che conferma la radice neotestamentaria dell’Ordine e, sul piano storico, simboleggia il ruolo di custodia dei Luoghi Santi, affidato, in origine, ai Cavalieri e, in seguito, pure alle Dame.
Tutti sappiamo che la croce dell’Ordine è la croce di Gerusalemme, detta anche croce potenziata, di colore rosso su campo bianco, per i Cavalieri, e di colore rosso su campo nero, per le Dame.
Si tratta di una grande croce greca, composta dall’assemblaggio di quattro croci taumate, ossia ciascuna a forma di “T” (Tau), una per ogni braccio: la croce grande, quindi, è formata da quattro “T” (Tau).
A sua volta, questa croce composita contiene, in ogni quarto, un’altra croce greca più piccola, cioè altre quattro croci, il tutto, secondo la tradizione, per un totale di cinque croci: una grande, quattro piccole.
Posto, però, che la croce grande è formata da quattro croci taumate (i quattro bracci a “T”) (il superiore e l’inferiore; il sinistro e il destro) e che in ogni quarto è inserita una croce più piccola (cioè, ulteriori quattro croci), in realtà , la croce potenziata è composta da otto croci, quattro che formano la croce centrale, più grande delle altre, e ulteriori quattro posizionate una per ogni quarto. Nella tradizione storica, come ho anticipato, le croci vengono reputate cinque: una grande, quattro piccole.
La croce potenziata si trova già rappresentata, tra l’VIII e il IX secolo, su una moneta di Desiderio, re dei Longobardi, e su una moneta di Sicardo, principe di Benevento.
Inizialmente, la croce dell’Ordine era di colore verde patriarcale; successivamente, assunse il colore oro in campo argento, ma, in forza di una regola araldica che vietava l’uso di colore su colore e di metallo su metallo, a partire dal 1907, la croce divenne di colore rosso vermiglio, su disposizione di papa Pio X: il colore vermiglio della croce è ancora oggi in uso nelle funzioni liturgiche e nelle cerimonie ufficiali dell’Ordine.
Com’è noto, nella simbologia sacra, la croce d’oro indica il valore sacrificale della Passione, mentre la croce vermiglia richiama le cinque piaghe sanguinanti di nostro Signore Gesù Cristo.
Seconda questione: le origini storiche.
Le origini dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e la memoria con i luoghi di Terra Santa sono risalenti, ma controversi e s’intrecciano con l’attività di tre Istituzioni di quei territori: il Patriarcato Latino di Gerusalemme; la Comunità dei Canonici Regolari del Santo Sepolcro; la Custodia di Terra Santa.
La prima Istituzione, il Patriarcato Latino di Gerusalemme, insediata a San Giovanni d’Acri nel 1262 e successivamente rifondata, fu articolata secondo il modello ecclesiale della gerarchia latina d’Occidente, sulla struttura organizzativa introdotta dai Crociati.
La seconda Istituzione, la Comunità dei Canonici Regolari del Santo Sepolcro, fu istituita nel 1114 dal Patriarca di Gerusalemme Arnolfo di Roeux, presso la Basilica del Santo Sepolcro, nella forma di Sacra Milizia dei Canonici del Santo Sepolcro, secondo la regola di Sant’Agostino, per provvedere al servizio liturgico.
La terza Istituzione, la Custodia di Terra Santa, è la realtà istituzionale più vicina alla genesi dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, ricondotta, da una storiografia risalente, alla presa di Gerusalemme del 1099 ad opera di Goffredo di Buglione, duca di Lorena, liberatore della Terra Santa dal giogo turco e protettore del Santo Sepolcro.
Il nucleo originario della Custodia di Terra Santa (il c.d. nucleo precustodiale) può farsi risalire alla presenza francescana nei Luoghi Santi anteriore al XIV secolo, sebbene la fondazione ufficiale di questa istituzione, da parte della Santa sede, avvenne soltanto il 21 novembre 1342 con le due Bolle Apostoliche Gratias agimus e Nuper carissime, emanate ad Avignone da papa Clemente VI.
Tra i fondatori dell’Ordine, si annovera pure Baldovino di Boulogne, re di Gerusalemme dal 1100 al 1118, fratello minore di Goffredo di Buglione, seppellito nella Basilica del Santo Sepolcro.
Per varie ragioni, non sembrano, invece, attendibili le ricostruzioni che fanno risalire le origini dell’Ordine all’Apostolo San Giacomo, o a Sant’Elena, madre di Costantino, o a Carlo Magno, re dei Franchi e dei Longobardi, incoronato nell’800 a Roma primo imperatore dei Romani da papa Leone III.
L’evoluzione successiva dell’Ordine denota due connotati: il decentramento delle cerimonie d’investitura dalla Terra Santa ai territori delle Luogotenenze e delle Delegazioni Magistrali; la formalizzazione nello statuto dello scopo di sostegno alle opere istituzionali, caritative e sociali del Patriarcato Latino di Gerusalemme e della Chiesa Cattolica di Terra Santa.
Terza questione: la natura giuridica.
L’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un’associazione pubblica, universale e internazionale di fedeli laici, aperta agli ecclesiastici, costituita dalla Santa Sede e retta dalle norme del diritto canonico, da disposizioni ecclesiastiche particolari, dalle regole dello statuto, dalle prescrizioni del regolamento, da altre direttive di comportamento (i rescritti, i provvedimenti, le consuetudini).
L’Ordine è «un’associazione pubblica internazionale di fedeli» perché «i suoi membri sono diffusi al di là delle frontiere nazionali e diocesane» (Capitolo I, punto 8, Direttive del Gran Maestro per il rinnovamento del 3 maggio 1999). Esso ha elementi comuni con le altre associazioni di fedeli, alla stregua delle norme generali del diritto canonico, ma, per la sua storia, le sue finalità , la sua struttura e la sua spiritualità , ha «caratteristiche particolari che lo distinguono da altre associazioni di fedeli» (Capitolo I, punto 5, Direttive del Gran Maestro per il rinnovamento del 3 maggio 1999).
L’Ordine, altresì, è una «persona giuridica di diritto canonico» (Lettere Apostoliche di Sua Santità Pio XII del 14 settembre 1949 e di Sua Santità Giovanni XXIII del 8 dicembre 1962), nonché una «persona giuridica vaticana» (art. 1, comma 2, Statuto), con sede nella Città del Vaticano (Rescritto di Papa Giovanni Paolo II del 1996), e, quindi, è un ente soggetto all’ordinamento giuridico vaticano, ossia al diritto statuale della Città del Vaticano.
Ciò significa che all’attività dell’Ordine si applica anche la legge sulle fonti che vige nell’ordinamento della Città del Vaticano (legge 1 ottobre 2008, n. LXXI, in vigore dal 1 gennaio 2009), il cui art. 1 (Fonti principali del diritto) dispone: «L’ordinamento giuridico vaticano riconosce nell’ordinamento canonico la prima fonte normativa e il primo criterio di riferimento interpretativo.
Sono fonti principali del diritto le leggi fondamentali e le leggi promulgate per lo Stato Città del Vaticano, nonché anche i decreti, i regolamenti e ogni altra disposizione normativa legittimamente emanata. L’ordine giuridico vaticano si conforma alle norme di diritto internazionale generali e a quelle dei trattati e altri accordi con la Santa Sede».
Dal punto di vista della struttura gerarchica, poiché è retto dalla Santa Sede (il Cardinale Gran Maestro, che ne è il Capo, viene nominato direttamente dal Santo Padre), l’Ordine è pure un ente di subcollazione pontificia, soggetto all’autorità e al controllo della Santa Sede e sottoposto al diritto pontificio.
Questa configurazione è determinante per gli effetti nell’ordinamento giuridico italiano. Difatti, al pari di quanto previsto per gli Ordini Equestri Pontifici a collazione diretta, anche per gli enti di subcollazione pontificia, la Repubblica Italiana riconosce efficacia giuridica alle concessioni cavalleresche, su domanda dell’interessato, rivolta al Presidente del Consiglio. Il riconoscimento dell’uso del titolo è disposto dall’art. 35, r.d. 7 giugno 1943, n. 652 e dall’art. 7, legge 3 marzo 1951, n. 178.
Infine, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme è un “ente centrale della Chiesa Cattolica”, in conformità all’art. 11 del Trattato lateranense, che dispone: “Gli enti centrali della Chiesa Cattolica sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano”.
La locuzione “ente centrale della Chiesa Cattolica”, di origine pattizia, va interpretata alla luce dall’art. 1 dell’Accordo di revisione del Concordato, sottoscritto il 18 febbraio 1984, reso esecutivo dalla legge n. 121 del 1985, che recita: “La Repubblica italiana e la Santa Sede riaffermano che lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani, impegnandosi al pieno rispetto di tale principio nei loro rapporti”.
Poiché, ai sensi dell’art. 2 del Trattato lateranense, “l’Italia riconosce la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione ed alle esigenze della sua missione nel mondo”, la nozione di “ente centrale della Chiesa Cattolica” non può che essere di stretta interpretazione, come desumibile dalla disciplina concordataria e dalle norme di attuazione.
Difatti, se la Santa Sede, quale soggetto di diritto internazionale, titolare di poteri sovrani sul territorio della Città del Vaticano per esercitare la sua missione di governo sulla Chiesa universale, gode di sovranità e di guarentigie immunitarie in forza dell’art. 2 del Trattato, la categoria degli “enti centrali della Chiesa Cattolica” di cui all’art. 11 del Trattato deve necessariamente comprendere gli enti diversi dalla Santa Sede, che partecipano in modo diretto e funzionale al governo della Chiesa universale e sono collegati alla Santa Sede, rendendo “servizi necessari o utili allo stesso Sommo Pontefice, alla Curia e alla Chiesa universale”, secondo quanto ribadito dalla Costituzione Apostolica Pastor Bonus, sulla riforma della Curia romana e delle sue Congregazioni, promulgata da Sua Santità Papa Giovanni Paolo II il 28 giugno 1988.
Di questi “enti centrali della Chiesa” fa pure parte l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, la cui qualifica di centralità deriva dall’attribuzione pontificia e dall’esercizio di scopi direttamente funzionali al governo della Chiesa universale.
Quarta questione: il mandato specifico.
I Sommi Pontefici hanno affidato ai membri dell’Ordine il mandato specifico di rafforzare la pratica della vita spirituale e di sostenere la presenza cristiana in Terra Santa.
Quindi, l’essere membro dell’Ordine comporta tre l’impegni prioritari: il distacco dai beni materiali nella società dell’opulenza; l’utilizzazione generosa di risorse, talenti e energie personali a favore dei fratelli di Terra Santa; l’abnegazione per la giustizia e la pace nei Luoghi Santi.
A questo fine, i membri dell’Ordine sono chiamati a svolgere attività specifiche che comprendono l’educazione, la diffusione d’informazioni, la promozione della dignità , il rispetto dei diritti dell’uomo, l’uguaglianza sotto la legge, la libertà della persona, l’assenza di discriminazioni, la sicurezza sociale, il bene comune, lo sviluppo umano sostenibile; la qualità della vita.
Ma, soprattutto, i Cavalieri e le Dame sono chiamati a sperimentare la carità e la solidarietà per la Terra Santa, in conformità alla missione della Chiesa universale, come ribadito da Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Fernando Filoni nella sua prima omelia in qualità di Gran Maestro dell’Ordine.
Ogni membro dell’Ordine deve promuovere il dialogo, la pace e l’unione dei cristiani nei territori della Terra Santa, che rappresentano il suolo sacro che la Chiesa ha affidato all’Ordine: è questo “il punto di vista ecumenico” rimarcato da Papa San Giovanni Paolo II nella preparazione al Giubileo dell’Anno 2000.
La direttiva impone a ciascun appartenente di operare attivamente come messaggero di pace e di giustizia, per difendere il diritto di ogni popolo a vivere in pace e il diritto della Chiesa a testimoniare il Suo credo nella terra di GesĂą.
In questa prospettiva, ogni Cavaliere o Dama del Santo Sepolcro rimane per sempre un miles Christi, impegnato costantemente a conformare il mondo moderno alla giustizia sociale e a collaborare all’incessante divenire del disegno divino della creazione.
Per incrementare l’impegno dell’Ordine nell’educare i giovani di Terra Santa nelle scuole del Patriarcato Latino di Gerusalemme e nella società civile, le Luogotenenze e le Delegazioni Magistrali del mondo, che sono le diramazioni territoriali dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, procedono ogni anno ad una campagna di sensibilizzazione non soltanto verso i propri appartenenti, ma pure verso le comunità cristiane locali, per stimolare il coinvolgimento di tutti nella “adozione agli studi” di giovani cristiani.
Il Gran Magistero fornisce alle Luogotenenze i dati disponibili per questa campagna e le Luogotenenze s’impegnano ad un’azione di comunicazione nei confronti di Enti, Istituzioni e Organizzazioni che possono fornire un utile sostegno.
In breve, l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme affonda le sue radici nel passato, ma, attraverso i legami con la storia, i Cavalieri e le Dame sperimentano quotidianamente la bellezza della continuità di una chiamata che si trasmette di generazione in generazione.
Insieme al mandato specifico e alla missione di testimonianza, i membri dell’Ordine ricevono il mantello, gli speroni, le decorazioni e le insegne con la croce: sono simboli ricchi di significato che vantano una storia prestigiosa, ma che perderebbero di valore se il loro fascino si esaurisse nel mero simbolismo.
Tali simboli, per contro, richiamando le radici spirituali di questo prestigioso sodalizio, vogliono accrescere in tutti l’amore e la devozione per il Cristo Risorto e la Terra Santa e ricordare a ciascuno l’impegno a diffondere una speranza di pace e di giustizia in quella terra.
Per concludere.
Nell’insieme, i Cavalieri e le Dame dell’Ordine, come comunità operante ma pure orante, che attinge la sua forza dalla spiritualità del Sepolcro vivificante di Gerusalemme e dalla specialità del rapporto con il Signore, attraverso il privilegio del sostegno ai luoghi della Sua vita terrena, hanno un’arma infallibile per corroborare la pace e la giustizia in Terra Santa: la preghiera di affidamento e d’intercessione.
In merito, è illuminante il versetto 3,2 dell’Apocalisse di San Giovanni, che fa dire a Dio Padre: “Ecco: io sto alla porta e busso. Se uno, udendo la mia voce, mi aprirà la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.
E se il Cavaliere o la Dama, interpellato da Dio, non apre la porta?
Come ha sottolineato Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale Angelo Comastri, in un noto libretto (L’Annunciazione. Il “sì” di Maria, Edizioni San Paolo, Milano, 2013), “Se l’uomo non apre la porta, blocca Dio! E, pertanto, blocca la gioia, la pace, la giustizia…perché Dio è indispensabile, è insostituibile, è necessario per dare senso alla vita” dell’uomo e alla storia dell’umanità .
Cav. Gr. Cr. Prof. Notaio Ferdinando Parente
Luogotenente per l'Italia Meridionale Adriatica
dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme
Autore: Cav. Gr. Cr. Prof. Notaio Ferdinando Parente
Luogotenente per l'Italia Meridionale Adriatica dell'O.E.S.S.G.
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